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La ricerca di Vincenzo Grosso inizia in maniera quasi inconsapevole su muri dei luoghi che ha abitato, attraverso la pratica della Tag. La ripetizione del proprio pseudonimo, che in alcuni casi si sovrappone a quello altrui, lo porta a una riflessione sui possibili significati del segno grafico. La sintesi di questa indagine approda verso ambientazioni futuristiche e post-architetture, monito agli eccessi dell’antropocene. Lande senza una chiara indicazione geografica, frammenti dalle dimensioni incerte che fluttuano o affiorano dalle sabbie. Grosso intende restituire in tal modo un’analisi sulle capacità dell’uomo di modificare l’ambiente circostante, una rappresentazione di quell’artefice di cui è palpabile la presenza ma che è sempre assente. Un finto paradiso di cose.
Vincenzo Grosso (Nuoro, 1977), vive e lavora tra Nuoro e Berlino. Ha partecipato a numerose mostre personali tra cui: Yin My Yang, MancaSpazio, Nuoro, 2020; Faber Sapiens, Spazio E-Emme, Cagliari, 2018; WOANDERS, Schillerstraße 106, Berlino, 2016; STAND-OFF, Spazio Trigu, Cagliari, 2016; More than a mixed midnight, Blecker, San Teodoro (NU), 2012; Zeit und Form, Tacheles, Berlino, 2011. E collettive: L’ombra del mare sulla collina, Museo MAN, Nuoro, 2018; Studio. Artisti dalla Collezione Mameli, Civico 27, Irgoli (Nu), 2018; 32-16 Arte in Sardegna. Opere dalla Collezione Mameli, Civico 27, Irgoli (Nu), 2017; Non/T/Alimento, Palazzo Lucarini Contemporary – Trevi, 2016; Le relazioni pericolose, Pinacoteca comunale – Oristano, 2016; Cityes, They are a changin’, Fabbrica del vapore, Milano, 2016; Segni Moderni, Orie Gallery, Tokyo, 2014; Wonderwalls, Fabbrica del Vapore, Milano, 2014; ENDE-NEU, Neurotitan Gallery, Berlino, 2014; In between, urban interfaces, Palazzo di città, Cagliari, 2013; Cerdena indecifrable, el signo grabado, Museo Bellas Artes, Bilbao, 2013.
Vincenzo Grosso’s journey started, somehow unintentionally, through the art of Tagging on the walls of places he lived. The repetition of his pseudonym, often overlapping other tags, leads him to investigate on potential meanings of the graphic mark. The investigation ends up in futuristic settings and post-architectures, a warning on the excesses of the Anthropocene era. Untracked wastelands, unidentified fragments without dimension fluctuate or emerge from the sands. Grosso intends to analyse men’s ability to modify the surroundings, representing the ‘manufacturer’ who is never there. A phoney paradise made of things.
Vincenzo Grosso (Nuoro, 1977), lives and works between Nuoro and Berlin. He has been featured in many solo exhibits: Yin My Yang, MancaSpazio, Nuoro, 2020; Faber Sapiens, Spazio E-Emme, Cagliari, 2018; WOANDERS, Schillerstraße 106, Berlino, 2016; STAND-OFF, Spazio Trigu, Cagliari, 2016; More than a mixed midnight, Blecker, San Teodoro (NU), 2012; Zeit und Form, Tacheles, Berlin, 2011. As well as collectives: L’ombra del mare sulla collina, Museo MAN, Nuoro, 2018; Studio. Artisti dalla Collezione Mameli, Civico 27, Irgoli (Nu), 2018; 32-16 Arte in Sardegna. Opere dalla Collezione Mameli, Civico 27, Irgoli (Nu), 2017; Non/T/Alimento, Palazzo Lucarini Contemporary – Trevi, 2016; Le relazioni pericolose, Pinacoteca comunale – Oristano, 2016; Cityes, They are a changin’, Fabbrica del vapore, Milan, 2016; Segni Moderni, Orie Gallery, Tokyo, 2014; Wonderwalls, Fabbrica del Vapore, Milan, 2014; ENDE-NEU, Neurotitan Gallery, Berlin, 2014; In between, urban interfaces, Palazzo di città, Cagliari, 2013; Cerdena indecifrable, el signo grabado, Museo Bellas Artes, Bilbao, 2013.